Ma Carnet? Che cosa stava facendo? Che ruolo aveva in tutta questa vicenda? Informato dal fratello sui fatti, sul probabile imminente attacco a Shitland e sugli altri rischi imminenti (non tutti, ovviamente: Carne non sapeva nè dei piani camorristici ne degli intrighi di Lady Cophetua), prese anch'egli le sue decisioni.
Indossato un panama beige, una sahariana e un paio di pantaloni alla zuava, fece preparare da Bascomb alcuni petits fours, un po' di foie gras, due fette di pane al sesamo, una bottiglia di Meursault Puligny-Montrachet; imprecò perché era alla temperatura sbagliata. O meglio, la temperatura era giusta, ma avrebbe dovuto berlo subito. Invece Carnet si incamminò lungo la spiaggia con un cestino di vimini che conteneva il suo frugale pasto.
Dopo circa mezz'ora che camminava in direzione delle coste inglesi vide nei campi alcune giovani lavoranti del piccolo insediamento di Colon Channel. Si trattava di brava gente, che si era pagata a suon di bigliettoni una cittadinanza a Shitland con tutti i privilegi che ne derivavano, ma anche con il titolo di sudditi. Erano gente avventurosa. Come coloni dell'epopea americana, cominciavano a dissodare il terreno fertilissimo, a costruire graziose case in legno, ad allevare bestiame.
Tra queste giovani lavoranti, Carnet ne notò una particolarmente avvenente. Una camicia semiaperta lasciava intravvedere un seno di straordinaria consistenza, i cui capezzoli sembravano voler perforare l'esile trama del sottile tessuto. Giunta ormai alla spiaggia, la ragazza si tolse le scarpe, sollevò la pesante gonna da lavoro tipica delle shitlanders, e scoprì due lunghe gambe perfettamente disegnate, dalla carnagione liscia e compatta. Carnet osservava la scena da una decina di metri.
"Non è ancora stagione per il bagno!" disse.
"Volevo solo bagnarmi un po' i piedi... signor?"
"Di Culo"
"Oh, perdonate, Eccellenza, non vi avevo riconosciuto... nelle foto non siete mai così... elegante!"
"Già, la vanità non è il mio forte - rispose Carnet sospirando e guardando l'orizzonte. - Gradite un petit four?"
"Oh, grazie Eccellenza"
"Chiamami pure Sire. E tu, come ti chiami?"
"Mi chiamo Lola"
"Lola? Ma è delizioso! Lola: E poi?"
"Lola e basta, Sire. Non ho più un cognome. Qui a Shiland voglio avere un futuro. Il mio passato non mi interessa più"
"Massì - disse Carnet aprendo la bottiglia di Meursault - scordiamoci chi siamo! Terra nuova vita nuova, no?"
"Anche voi avete un passato da dimenticare, Sire?"
"Gia fatto, Lola" rispose Carnet infilando in bocca alla ragazza una tartina au foie gras.
Poi, distrattamente, chiacchierando, poggiò una mano suula gamba della ragazza.
"Cielo! Ma sei gelata, ragazza mia!" incalzò, massaggiandole le gambe.
"Non ti dispiace, vero, Lola?"
"Niente affatto, Sire"
In breve il massaggio divenne inguinale, e per poter proseguire più agevolmente Carnet sfilò le minuscole mutande alla ragazza, le appallottolò in una mano e le portò al naso.
"Souvenir de Shitland!" disse. Tutti e due risero.
"Cin cin"
"Senti, Lola, stavo pensando... che potresti venire a lavorare a palazzo. Ti andrebbe?"
"Non chiedo di meglio, Sire. Quando comincio?"
"Subito. Per stanotte alloggerai nella mia stanza, ti aspetta una nottata di duro lavoro. Domani si vedrà"
" Però il contratto lo firmiamo stasera, vero, Sire?"
"Domattina, Lola, domattina. Diciamo che stanotte facciamo un colloquio attitudinale"
Mentre ritornavano verso il Palazzo del Parlamento a Carneville, Carnet ebbe modo di pensare a come è facile risolvere in un sol colpo tutti i problemi: bastano alcuni petit fours, una bottiglia di Meursault Puligny-Montrachet, ammesso che sia alla temperatura giusta, e una Lola da strapazzare un po'. Continuava a non capire perchè quel pirla di suo fratello si struggesse tanto per una terra di cui fino a un anno prima ignorava l'esistenza. E soprattutto continuava a non capire la preoccupazione di Winnie, ormai quasi sempre irreperibile, all'estero, con la scusa di svolgere missioni per Mister Carne.
Ma adesso basta, i problemi erano risolti. Adesso l'unica battaglia da combattere era quella sul talamo, dove tutti vincono, con Lola-Lola, le sue gambette nervose e i suoi capezzoli appuntiti
venerdì 11 gennaio 2008
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3 commenti:
maniaco!
UN GRANDISSIMO PEZZO.
Dialogo eccellente.
Complimentiamoci orsù con il Nostro
Klaus. Egli ha un mestiere in mano, oltre alla fava.
complimentiamoci!
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