Mentre Carne stava seduto su una montagnola di merda, assorto nei pensieri filosofici di cui sopra, Carnet, spinto da un insolito impulso a agire entrava in una cartoleria di un quartiere periferico di Dunkerque.
"Ha una scatola di Pongo?" disse" la vorrei con dodici colori"
"Prego signore, ecco, sono 6 euro e 50"
"Grazie..."
"Lo scontrino, signore."
"Ah, sì, grazie... buona giornata."
"A lei, signore."
Carnet andò a sedersi in un piccolo caffè poco distante, ordinò un Ricard e cominciò a spacchettare il Pongo. "Io sono il marrone."
Prese tutti i candelotti e iniziò scaldandoli con le mani. Poi, lentamente, li incorporò uno nell'altro.
Ogni tanto si annusava le dita, e antiche memorie parevano emergere.
Impastò la massa per una mezz'ora, in uno stato di pace meditabonda.
La palla aveva preso un colore grigio verdastro, era tiepida del suo tocco.
"Io sono il marrone, e sono ancora qui dentro. Ecco il Caos, ecco la sintesi, ecco il Principio. Entropia... Carne!" chiamò col pensiero "Vieni, giochiamo a fare i vermi di Pongo"
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