Flack, nome in codice vimercati, si presentò alle 17 in punto . Forse sperava in un tè ma si dovette accontentare di un Cinzano col ghiaccio, una cosa da femmine... Dalla sua grande borsa nera estrasse un piccolo libro (lo aveva scritto lui mentre era sulle orme di qualcuno) e lo porse al suo ospite. Flack non sapeva bene cosa aveva scritto ma sperava di trovare qualcuno che glielo spiegasse... forse era questo il motivo della sua visita (anche se non ci sperava molto).
Male che fosse andata all'indomani ci sarebbe stato un altro incontro, all'ombra di una vecchia torre inclinata al punto che il crollo sarebbe stato solo una questione di tempo (sperava che non avvenisse il giorno successivo).
Il piccolo libro venne inserito nello scanner e ai testi, trasformati in stringhe di 60 caratteri, venne applicato l'algoritmo di Rijndael a chiave simmetrica per decriptare i dati ed inserirli nei singoli pixel di una fototessera.
Grande Merda era sprofondato nella poltrona, immerso nella lettura di ”Essere e tempo” di Martin Heidegger. Indossava una vestaglia di broccato leggero e pantofole di marocchino, all'insegna di uno stile «naturale, leggero e disimpegnato» La scelta di tessuti raffinati, l'abbinamento di materiali diversi e il crossdressing libero e disinibito ma senza mai indulgere alla trascuratezza, rivelavano la massima libertà di accostamenti di Grande Merda, per dare spazio all'espressione di una individualità senza limiti.
"Stanno decriptando il diario di Flack, ora sapremo in che banca sono finiti tutti i soldi di Carne."
Via mail arrivò una fototessera.
"Questo è Dino, che cazzo ce ne facciamo di una sua foto?"
"Nulla avviene per caso" disse Colui, pur non volendo attribuire alla sua asserzione il valore di una risposta.
domenica 13 gennaio 2008
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