venerdì 11 gennaio 2008

Come Carne vinse la guerra

Kate era tornata. Carne era andato a prelevarla al confine con la Francia. Le prime pattuglie di incursori della Confederazione erano già acquattate nelle paludi costiere. Le indicazioni del Commodoro erano chiare, e andavano ben oltre i consigli del Generale Smerdley: Carne avrebbe dovuto morire in battaglia, diventare un eroe, morto, ovviamente, e il Commodoro avrebbe impostato la sua campagna elettorale sulla continuità con l'eroe di Shitland, perito per difendere la sua terra.
Ma Carne aveva un sesto senso, per queste cose. Al primo fruscio, lui e Kate si nascosero in un bunker sulla spiaggia.
"Stanno arrivando."
Dalla piccola apertura giungeva, insieme al sibilo del vento, il loro odore, confuso con l'umidità salmastra. "Sì" disse Carne di Culo "doveva accadere".
Tutto era pronto. Tutto si sarebbe svolto in pochi minuti.
Il calcio del pesante shitgun da campagna, premuto contro la spalla che un tempo era stata incrinata, gli procurava un dolore sordo, presente. Si assestò meglio sul grosso intrusore anale aprendo la valvola della merda.
"Ne avranno quanto basta" disse lei.
"Taci", e allungò la destra a sfiorare lo sparammerda caricato a stronzi duri "Mettiti in posizione".
Lei si piantò rapidamente nel culo il bocchettone di alimentazione del leggero shitgun da combattimento ravvicinato, un gesto quasi dimenticato da quando Carne di Culo l'aveva nominata capo dei Servizi Segreti di Shitland. Ma le copriva le spalle, e questo contava per lei, con l'arma pesante.
"Eccoli, vai!" disse Carne di Culo.
Stavolta andò meglio: i dodici incursori furono colpiti in pieno dal getto e dovettero ripiegare verso il quartier generale, dove riferirono che "l'attacco via terra con mezzi leggeri era improponibile in quanto l'intera zona era presidiata da sentinelle armate". Mentre stava per scattare lopzione due, ossia l'attacco via mare, due o tre container pieni di esplosivo furono rimossi dalla macchina sottomarina di Robin Hardhead. Si trattava di mine galleggianti che salirono rapidamente in superficie: ben otto di loro andarono a segno contemporaneamente, provocando gravi dani a due fregate, un incorociatore e una portaerei della Confederazione, tutte navi che incrociavano all'interno delle acque territoriali di Shitland.

Il quartier generale della Confederazione era attonito: sulla grande cartina luminosa la battaglia appariva come una totale disfatta. A nord, alcuni volontari gerrafondai inglesi erano corsi con mezzi propri a difendere le coste con il silenzio-assenso della Regina e l'intelligence della Confederazione aveva inviato un dispaccio che sottolineava "un ingente movimento di truppe a nord, area in cui è sconsigliabile un attacco diretto.

La Confederazione cominciò a riconsiderare una via diplomatica, specialmente quando il Times mise in prima pagina una dichiarazione congiunta della Regina e di Gordon Brown: il Baronetto Di Culo aveva strenuamente difeso una naturale propaggine della terra d'inghilterra, meritando ora anche un titolo nobiliare di maggiore rilievo. Il protocollo avrebbe deciso quale. L'inghilterra attendeva a braccia aperte questa nuova terra promessa.

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