lunedì 14 gennaio 2008

Versinadjel Khumaghurji

La notizia della presenza di draghi nelle terre shitlane fece il giro del mondo, scatenando un clamoroso interesse, che ben pilotato da Flack (che da giovane aveva fatto il pubblicitario), si tradusse in un'ondata planetaria di commozione e di consenso. "Save the Dreamland", recitava la campagna pubblicitaria che richiedeva donazioni a fondo perduto per salvare "L'ultima, vera, terra del mito".
Arrivarono dapprima le offerte della Bayer, della Aventis, della Basf e della Monsanto, tutte interessate a brevettare biogeneticamente il drago;
Poi arrivarono colossi commerciali con progetti più accessibili: volevano foto in esclusiva per le loro campagne pubblicitarie.
Volevano impiantare coltivazioni biologiche a Shitland. La Nintendo offrì una ingente somma per avere una liberatoria sull'utilizzo del drago nei videogames.
La Barilla chiese tre ettari per costruire un Mulino Marrone e lanciare un nuovo tipo di pasta scura, alla merda.
Gli ambientalisti fecero un paio di social no global eco forum dove si disse che soldi non ce n'erano, ma Shitland doveva restare com'era e diventare un'oasi protetta. Il National Geographics era d'accordo, a patto che gli dessero l'esclusiva del coito e della schiusa delle uova.
Investitori privati si proposero per fare di Shitland un unico resort con giurassic park annesso, sei piscine, due campi da golf,
un aquafan, un'Europa in miniatura, tre teatri all'aperto, un cono, un parallelepipedo o una sbarra di Renzo Piano, più diverse boutiques e ristoranti dove si sarebbe cucinata carne di drago, però d'allevamento.
Le offerte piovevano a centinaia, e Flack non sapeva cosa fare. Breviglieri era in viaggio, e ovviamente non possedeva un cellulare. E Winnie, l'unica altra persona di cui si sarebbe fidato, era introvabile.

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