lunedì 10 dicembre 2007

Una discesa pericolosa

O' Infante scatarrò. "Azz' ... a' pucchiacca e' sorete! Iamme, va'! Chille miezz' piezz e' latrina ro Controllo Mago mi sta a scassa' o' cazzo con chista storia do' Crotalo Anale tutt' e' vote che vuoglio nu puoco dormi'..."

Uscì silenziosamente dalla camera e discese rapidamente le scale coperte dalla passiera a fiori.

Senza farsi notare dagli svizzeri (che erano ovunque) giunse presso la roccia a forma di testa di Eloderma Sospetto e recuperò gli abiti e l'attrezzatura, contenuti in un vecchio zaino Cassin. Si avvicinò al Kleinebrotmitwurstelkiosk (Chioscodeipaninicolwurstel), ordinò un weisswurst e chiese del cesso.
Prese il grosso wurstel caldo e lo zaino e andò a cambiarsi. Siccome aveva le mani occupate si ficcò il wurstel nel culo e si vestì. Ora, a parte l'accento e la faccia da napolo era uno svizzero perfetto. L'attrezzatura consisteva unicamente in una piccola fotocamera Zeiss camuffata tra due corna di camoscio e in un biglietto del treno andata e ritorno da Kleine Scheidegg a Grindelwald. Ma la proverbiale puntualità svizzera gli era contro: il convoglio stava partendo in orario. Niente paura, lo aveva visto fare molte volte dai valligiani: afferrò da terra una lastra di selce lunga e larga un paio di palmi, prese la rincorsa e si gettò seduto su di essa sulla rotaia centrale della cremagliera. La discesa vertiginosa verso Alpiglen durò pochi minuti, e mentre Mirko dosava la frenata con lo scarpone il piccolo treno era ormai a portata. Con un vigoroso colpo di reni si drizzò, abbandonando la selce che continuò la sua corsa, e con un balzo fu sulla predella. "Va' fa' mmocca!"

Il ridente villaggio di Grindelwald era in agitazione. La voce correva dai lavatoi all'Apotheke, dalla Konditorei alla stalla di Herr Gustav Friedenhofstaufer. Ovunque la voce correva. "Karne ist Wiederkommen! Karne ist zurückgehen!"
Mirko Capecelatro si unì al giubilo e alla folla festante che confluiva allegra verso la piazza della chiesa. Con aria indifferente si portò al capo il palco di corna di camoscio e compì il suo dovere, riprendendo la scena che gli si parava dinanzi: alcuni uomini dall'aspetto vigoroso portavano in trionfo un giovane gentiluomo vestito di tweed che si inchinava gentilmente a destra e a manca, scappellandosi e agitando graziosamente l'alpenstock. Gli occhi di quell'uomo brillavano in un modo che non avrebbe mai dimenticato.

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