Secondo una leggenda, Teodoro (più conosciuto col nome di Teodulo) si sarebbe recato un giorno a Roma ed avrebbe ricevuto dal papa una campana, in segno di riconoscenza per le preghiere del santo vescovo che gli aveva impedito di commettere un grande peccato. Dinnanzi all’evidente difficoltà di trasportare tale campana a Sion, Teodoro avrebbe ordinato al diavolo, in nome di Dio, di occuparsi del trasporto e così avvenne. La cosiddetta “campana beati Theoduli” suonava ancora contro le intemperie attorno al 1335 e la si sentiva da Sion a Berna. Non se ne seppe più nulla per più di cinque secoli. 558 anni dopo, nel 1893, Adolf Guyer-Zeller progettò la ferrovia della Jungfrau e avrebbe probabilmente insistito per arrivare fin lassù, a 4158 m d’altitudine, se non fosse morto nel 1899, prima di vedere realizzato il suo sogno. I lavori, che presentarono più inconvenienti del previsto, si fermarono nel 1912 con la stazione dello Jungfraujoch. La “vergine” era riuscita a precludere all’uomo l’accesso alla sua vetta. Ma cosa cercava in verità Adolf Guyer-Zeller? Per quale motivo un uomo politico di grandi capacità, ricco di famiglia, banchiere e grande imprenditore, avrebbe dovuto investire gli ultimi anni della sua vita e grandi risorse economiche nello sforacchiare una montagna?
Si era sparsa una voce.
domenica 9 dicembre 2007
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